martedì 28 gennaio 2014

Vino e Comunicazione

..... proprio adesso leggevo di una verticale per me "modesta" fatta di vini di pregio ma ancora reperibili sul mercato ......
I lettori risultano da statistiche innumerevoli.
La stessa degustazione in verticale con gli stessi vini più datati, aperta al pubblico, l'abbiamo fatta noi,  2 anni fa, in un Enoteca Storica del Territorio e con gli stessi addetti aziendali......
.... ma l'annata dalla quale loro son partiti era la nostra di chiusura .... ma la "piccola annata", vero must per questa casa, non l'hanno degustata ....
Beh la conclusione è questa: io non sarò mai un bravo comunicatore anche se ..... metterò sempre il naso nel bicchiere.

Salvatore LANDOLFO

lunedì 27 gennaio 2014

Cheese Cake

E' Domenica.
In tempi passati, quando le usanze diventavano regole! Quando le famiglie si riunivano la domenica a pranzo! Quando i nonni erano i nonni dai quali attingere a piene mani! Quando anche i più ribelli tentavano il dialogo! Si quelle cose che ormai si vedono solo al Cinema o nei più dispersi entroterra.
La Domenica, con queste usanze per me che le osservavo con piacere, è stato sempre il giorno del Dolce a pranzo. Ho sempre degustato le più prelibate ricette casalinghe, prima grazie a mia madre, ora grazie a mia moglie.
Ormai da un ventennio ci pensa lei, mia moglie Clementina, a realizzare i manicaretti più particolari per soddisfare i miei desideri culinari, alternata a mia madre e ultimamente anche a mia sorella, chi l'avrebbe mai detto, che quando pranziamo nel giorno di festa da loro, si cimentano.
Questa domenica è toccato a mia moglie che ha preparato un dolce che nella nostra cultura culinaria è stato importato da oltremanica: La Cheese Cake. Realizzata nell'accezione più semplice e con ingredienti molto "casalinghi" senza ricorrere a particolari misture o artifizi.

Salvatore LANDOLFO

(CONTINUA, DOPO LA FOTO C'E' LA RICETTA)

 
Cheese cake all'Arancia

La ricetta e la sequenza da rispettare:

Per la Base:
Polverizzare 150 grammi di biscotti ai cereali senza presenza di uova, latte o altri "amalgamanti".
Unire 100 grammi di burro fuso disciolto a bagno maria.
Amalgamare bene e porre il composto ottenuto per 30 minuti in frigo passati i 30 minuti prendere il composto e, dopo aver imburrato una teglia da forno con alto spessore, adagiarlo pressando ricoprire tutte le pareti anche quelle verticali. Riporre la base di nuovo in frigo e preparare il composto per la farcitura centrale.
Per la Farcitura:
450 - 500 grammi di ricotta (vanno bene tutte le tipologie del formaggio, mucca, pecora meglio ancora bufala, dipende dai gusti) la variabilità del peso è dovuta alla consistenza della ricotta più e soffice più se ne mette (attenzione a non esagerare).
2 Uova intere (le uova vanno aggiunte alla ricotta una alla volta facendo attenzione ad inserire nel composto la seconda quando la prima è completamente assorbita ovviamente starete girando il tutto con un cucchiaio e senza eccessivo vigore.
100 grammi di zucchero aggiungere al composto sempre mescolando.
Attenzione smettere di mescolare quando il composto sarà liscio ed omogeneo senza grumi.
A piacere tutto il composto può essere insaporito con Vanillina (1 bustina), uvetta ammollata in qualche distillato, scorzette tagliate finemente di agrumi o addirittura cioccolato finemente tritato.
Versate il composto all'interno della teglia con base.
Riporre il tutto in forno a 170 °C per 40-45 minuti .
Dopo la cottura riporre di nuovo in frigo.
2 ore prima di servire guarnire con marmellata o altro tipo di conserva di frutta.
Consigli: non usare il frullatore se non per sminuzzare i biscotti.
La teglia può essere di quelle in alluminio monouso, da tagliare con forbici da cucina prima di impiattare. Oppure utilizzare, a posto del burro per imburrare, carta forno.

Sembra finita

Clementina DE FELICE e ....... Salvatore LANDOLFO (supporto tecnico e di palato)



venerdì 24 gennaio 2014

Verticale di Casa Vecchia azienda Vestini Campagnano

Ieri sera presso l'enoteca Mozart sita in Arienzo di Caserta in piazza Lettieri gestita dall'amico Raffaele Piscitelli in arte Lello Mozart, si è tenuta una verticale di Casa Vecchia dell'Azienda Vestini Campagnano.
Verticale particolare per il fatto che avevamo 3 annate particolarmente "datate" 2001, 2002,2003 e due molto più giovani la 2009 che già prevista non ci ha soddisfatti e per questo abbiamo chiesto a Lello di aprirci anche la 2010 appena consegnatagli.
In un altro post mi riprometto di parlare di questo eccezionale vitigno per meglio spiegare le sue caratteristiche che ora in poche parole risulterebbe riduttivo. Eccezionale non perchè delle mie terre ma perchè, secondo me, ben lavorato genera vini longevi e godibili a lungo.

2001
Ultima annata per l'Azienda per la quale l'Enologo è stato il Prof.Luigi Moio prima che la famiglia Mancini lasciasse  l'Azienda ai Barletta, quest'ultimi prima soci ed oggi proprietari della stessa Azienda in società con altra famiglia quella dei Quaranta.
Le considerazioni dei più esperti degustatori presenti sono state che il vino è figlio di un ottima annata e che, come in parecchi vini del professore, lo stesso sembra "fissato" come in un'istantanea, direbbe l'amica Karen 《snapshot》cioè il meglio è stato ingabbiato in bottiglia e questo scaturisce dal fatto che il vino alla vista è ancora vivacissimo e di colore rubino appena penetrabile e compatto, al naso criptico, caratteristica dei migliori casa vecchia, dopo una dozzina di minuti e qualche mossa di centrifuga, floreale poi fruttato entrambi croccanti ed anche speziato di caffè e cacao, in bocca composto e appagante e conferma lo stato di salute rilevato alla vista grazie alla sua acidità, mediolunga persistenza. Vino di pregio.

2002
Si sa non una grande annata per i vini rossi di struttura. A partire da quest'annata l'Enologo è Paolo Caciorgna. Questo vino è profondamente diverso ma ugualmente interessante. Colore rubino cupo per il quale non si percepisce ne vivacità ne profondità. Sorpresa al naso con note balsamiche, erbacee e floreali nonchè di frutta quasi appassita. In bocca gradevole con sentori al retrogusto speziati di cioccolato, anche questo vino è in buono stato anche se la persistenza è leggermente inferiore. Vino quasi di pregio.

2003
Annata che con la sua arsura non ha dato scampo a parecchi vigneti e alle proprie uve. Si torna sul rosso rubino penetrabile ma senza vivacità. Gia dal naso si rileva la pungenza dell'alcool che in bocca la fa da padrone senza amalgamarsi agli altri sapori presenti. Persistente ma solo per l'alcool. Vino un gradino al di sotto dei precedenti.

2009
Un salto senza dubbio abissale per tutta una serie di motivi. L'Enologo rimane lo stesso e già da qualche anno  coadiuvato in cantina dall'amica enologa Emilia Tartaglione.
Che in altre occasioni ci aveva fatto assaggiare le annate 2004, 2005 e la spettacolare 2006 che anche dopo la degustazione di ieri per me rimane la migliore. Passiamo a questo vino il 2009 che come detto in precedenza non ci ha soddisfatti non per bontà ma per scarsa corrispondenza alla tipologia. Colore rubino scarico penetrabile al naso molto "aperto" floreale e fruttato di fragola e ciliegia croccante. In bocca molto gioviale media la sua persistenza.

2010
Si ritorna nei binari del casa vecchia, anche se questo vino per la tipologia e troppo giovane, lo si nota alla vista con un unghia purpurea, sempre chiuso al naso con sentori di fiori e frutti freschi e leggermente speziato. Assaggio soddisfacente ma giovane per le sue nette asperità date da acidi, tannini e sali non ancora addomesticati.Vino di pregio a lunga gittata.

Salvatore LANDOLFO

martedì 21 gennaio 2014

Free Wine - No sulfites in paradise

Questo progetto, fino ad oggi a me sconosciuto, è entrato a far parte del mio bagaglio di conoscenze in campo enologico, grazie all'ONAV Campania delegazione di Avellino.
Giuseppe Iannone, delegato ONAV di Avellino, spiega il progetto, presentando il responsabile dello stesso sul territorio campano.
Perchè il progetto ha il nome  FreeWine? Perchè la SO2 è un deterrente alla godibilità.
I solfiti purtroppo non sono solo esogeni, cioè prodotti usati dall'uomo per la conservazione, ma anche endogeni, cioè gia presenti nel prodotto di origine o come addirittura succede nel mosto, generati in fase di fermentazione.
Per ridurre quindi al minimo la presenza dei solfiti, nel rispetto della materia prima e senza stravolgere la lavorazione, si ha la sostituzione dei solfiti aggiunti con altri conservanti. 
In questo modo, nasce la tecnologia freewine che adotta un protocollo scientifico teso ad ottenere qualità e massima solubritá.


Gli obiettivi del progetto sono: il rispetto del consumatore, l'uso responsabile delle tecnologie ed infine il rispetto della materia prima.
Un'evidenza particolare ci viene offerta dalla radiodiffussione del progetto da parte del conduttore  Davide Paolini, nel suo programma "Il Gastronauta", in onda su radio 24, contribuendo alla conoscenza del progetto tra gli eno-appassionati.
Tutti i particolari del progetto si possono trovare sul sito aziendale Www.freewine.eu.

Il vino in natura non esiste perchè la normale evoluzione dell'uva pigiata e fatta fermentare, in condizioni aerobiche, è l'aceto. Su questo "assioma" si basa la relazione e le conseguenti considerazioni del pubblico intervenuto.
La conclusione logica, per ottenere una bevanda che non degradi in acescenza e  allo stesso tempo sia piacevole da sorseggiare e possa emozionare, è quella di usare accorgimenti che non portino in alcun modo danno alla salute del consumatore.
Alle considerazioni fatte dagli intervenuti si aggiungono quelle  personali, la strada intrapresa è senza dubbio da tenere in considerazione a patto che si conoscano le sostanze che sostituiscono i solfiti e che il vino prodotto raggiunga un eccelsa qualitá non ancora presente, purtroppo, nei vini degustati.
Comunque è da dire, a mio modesto parere, che la strada intrapresa può portare a risultati emozionanti e di indubbia qualità.



Salvatore LANDOLFO

venerdì 17 gennaio 2014

Vigneti, Uliveti e la scure delle Energie Rinnovabili

Girovagando su uno dei più famosi Social Network mi sono imbattuto in questo post: " Di ritorno dalla battaglia per la difesa delle vigne che amo più di me stessa... A voi che cercate di distruggere la mia terra dico:<<dimenticatevi Manduria perché per mettere una pala eolica ed estirpare le nostre vigne dovrete passare sul mio cadavere>> ... Non esiste somma di danaro che possa essere scambiata con i sogni!!" . Colei che ha condiviso questo "stato" è la compagna di vita di uno dei più famosi produttori di Primitivo di Manduria. 

Pale Eoliche tra le colture


Interpellata in chat mi ha spiegato che questa è una battaglia che è cominciata a dicembre del 2012. Mi spiega che nel Comune di Erchie hanno già fatto un massacro e devono essere fermati! Vigne estirpate, olivi secolari e macchia mediterranea distrutti, stradine e vicinali trasformati in autostrade inutilizzate, oltre ai meravigliosi ed inimitabili muretti a secco distrutti.


Muretto a secco a protezione degli ulivi


Ormai basta andar in giro nella nostra stupenda penisola per vedere parecchi di questi scempi, intere colture estirpate per far posto a pannelli solari, pale eoliche ed altri impianti alimentati ad energia pulita, che non risulta poi così pulita se si pensa che per far posto a questi dispositivi per ottenere incentivi e sicuri introiti si danneggia la natura e si attenta la vivibilità dei luoghi. 


Salvatore LANDOLFO

lunedì 13 gennaio 2014

Sigaro Toscano "Soldati" abbinato a Marsala Secco metodo Soleras 5 anni azienda S.Pellegrino.


Le degustazioni più significative sono quelle che lasciano un segno indelebile nella nostra memoria, o meglio ancora, quelle che riesumano qualcosa che per anni è rimasto nascosto nell'incoscio.
L'abbinamento di oggi ha riportato alla memoria i miei prozii, che all'epoca di quando io ero un pargoletto, mi inebriavano coi loro profumi fatti di tabacco arrotolato e di vino "vecchio" (ottenuto da uve surmature fatto decantare con "avanzi" di lavorazione dei liquori).




Il Soldati dal "puff" vellutato dona alla bocca una particolare setosita e la rende pronta ad accogliere un qualcosa di non troppo stucchevole, dolce ma con buona acidità, con asperità e lieve alcolicità, sapido e intenso ma non "coprente".
Il Marsala Secco metodo Soleras di San Pellegrino accompagna la "dolce" fumata del Soldati senza togliere nulla alla sua esile ma gentile corposità e a quella "dolcezza" che lo rende unico nel suo genere.



Tutta la fumata ha un ottimo compagno in questo vino liquoroso ottenuto dal metodo soleras che pone nella stessa bottiglia vini di varie annate fatti riposare in botti scolme e che abbinato al nostro sigaro lascia una bocca vellutata e un retrogusto "terragno" fatto di tabacchi dolci essicati al sole e di uva appassita.


Salvatore LANDOLFO

giovedì 9 gennaio 2014

Master of wine

Master of Wine
ormai ogni Associazione del vino, e non solo, ne ha istituito uno, o più di uno.
Chi cura la parte amministrazione e vendita quindi la gestione monetaria, chi la comunicazione, chi il posizionamento sui mercati esteri e chi più ne ha più ne metta.
Ma l'origine della materia prima chi la cura?
Gli Egizi, e non solo, ci hanno insegnato che una piramide per stare su è per sfidare il tempo deve avere una solida base.

Se la materia prima, l'uva proveniente dalla vite e di conseguenza dalla terra, tutti elementi base della piramide vino, come successo negli ultimi decenni sono l'ultimo pensiero per chi opera nel settore e soprattutto per le Associazioni di consumatori edonisti vuol dire che non si ha effettivamente a cuore la salubrità dell'oggetto del desiderio.
Non ho ancora sentito parlare di Master istituiti con gli Istituti di Agraria o con le Università di settore.
Sembra che il dialogo Istituzioni, Didattica, Produttori, Consumatori che le Associazioni vogliono mostrare di creare e gestire per il momento riguardi solo la parte economica.




Salvatore LANDOLFO

martedì 7 gennaio 2014

Taurasi - Vigna Macchia dei Goti - 2003

Taurasi - Vigna Macchia dei Goti - 2003 - Cantine Antonio CAGGIANO.
..... nell'aria sbuffi di cioccolato fondente ....... frutti di bosco essiccati .... ma da dove proviene questo potpourri ?.... chiedono i commensali mentre decantavo questo vino .......Vigna Macchia dei Goti 2003 di Antonio CAGGIANO .....
Un regalo fatto alla mia "sorellina"e a mio cognato prima che si sposassero (2007) e restituito con interesse  oggi (2014)  a tavola è  stato assoluto protagonista .... abbinato a qualsiasi cibo avesse struttura e succulenza, dal brasato ad un pecorino stagionato al ciccolato. Impressionante alla vista dal rubino compatto vivace con un unghia leggermente mattonata ma che non digradava quindi non cedeva alla vista.

Taurasi Vigna Macchia dei Goti - 2003

Naso formidabile floreale di rosa appassita, sottobosco, fruttato di frutti di bosco, mora, ribes, sorba, speziato di pepe nero e cioccolato, leggero etereo di chiusura. In bocca un apoteosi, prima la  conferma di ciò che si era avvertito al naso con una lunga persistenza un vino che definirei "orizzontale" che si espandeva al palato soddisfacendone ogni angolo e regalando sensazioni si austere ma di gran piacere.
L'ultimo goccio è stato abbinato alla solita nostra fumata lenta, stavolta il connubio di indubbia valenza è avvenuto con un Toscano Antica Tradizione.


Retroetichetta


Salvatore LANDOLFO

domenica 5 gennaio 2014

Scusate il ritardo

..... scusate il ritardo ..... sono ormai due mesi che per vari motivi non accedevo  al "nostro" blog.
Di appunti in questi 2 mesi ne ho presi tanti e penso che un po alla volta (smartphone permettendo) li condividerò su questo spazio. Per ora volevo solo segnalarvi che tra un po rioartiranno le attività del "Circolo" e di Winevent ..... a proposito proprio stamane si parlava in chat con Angelo Peretti ( www.internetgourmet ) di un evento su "il vinino" da tenersi a breve ......

A presto

Salvatore LANDOLFO