martedì 22 dicembre 2015

Aperitivo Natale 2015

Il Circolo come ogni anno ormai da un decennio si riunisce per il classico Aperitivo Natalizio per scambiarsi gli auguri per l'imminente festività.


Quest'anno senza essere blasfemi festeggieremo anche un'altra nascita quella della Vineria-Birreria-Enoteca-Gastronomia de "I frat ind'o vin" dove ci incontreremo a partire dalle 11,00 fino a pomeriggio inoltrato, quasi sera (circa le 18,00) per poi recarci ad i nostri focolari per il classico cenone in famiglia.


Sorprese a go-go, anticipazioni?
Ieri sera la "sorella ind'o vin" mi ha confidenzialmente confessato che Marco (il fratello con tanti capelli) ha già messo a "spugnare" il baccalà ed a preparare i classici condimenti per la scarola di Natale.



Il filo conduttore sarà quello della nostra tradizione Casertana che a livello culinario attinge da quella Partenopea tra cibi e vini della tradizione.

Saremmo lieti di brindare con tutti coloro che in questi anni hanno fatto parte del Circolo in maniera attiva e con tutti i professionisti che si sono avvicendati ad i nostri tavoli di degustazione e anche da chi amico, anche se astemio, o semplicemente curioso, siamo aperti a tutto e a tutti.



Per chi volesse far parte fisicamente del nostro augurio ci vedremmo: 
Vineria I frat ind'o vin passaggio AC Marvasi 6,8 Caserta (adiacente al Comune di Caserta tra P.zza Vanvitelli e P.zza Ruggiero) Vigilia di Natale 24/12/2015 dalle ore 11,00 fino a sera.

Il Circolo della Degustazione
I frat ind'o vin
Salvatore LANDOLFO

Clos de Haut 2013

Clos de Haut Fiano DOCG nasce nel 2013 e probabilmente per la scomparsa del suo padre biologico (Antoine Gaita) non avrà più il seguito disegnato.

                 (Foto da web liquida.it)

È un vino che nasce dopo la bocciatura alla DOCG dell'unico all'epoca Fiano prodotto da sempre dall'Azienda il "Vigna della Congregazione" che per anni ci ha regalato perle degustative e personalmente mi ha fatto innamorare del Fiano.

Come dicevamo la 2012 è stata un'annata nella quale Antoine aveva iniziato a sperimentare nuova vinificazione partendo da uve con trattamenti biologici e che proseguivano in cantina con vinificazioni che avevano per protagonisti lieviti endogeni e non esogeni come per la maggior parte dei vini accade. 

       (Foto Web Campaniastories.it)

Il Vigna della Congregazione di quell'annata (la 2012) per i suoi sentori ritenuti dalla commissione, non da Fiano, portarono alla bocciatura che mi fa conservare, con maggiore avidità, un esemplare in cantina, gelosamente, anche perché regalato dal produttore stesso.


Ebbi la fortuna a Winefredane 2014 allo stand  Toscano, dove Antoine si soffermava sempre con piacere, e dove ero con gli Amici Paola De Stefano e Alessandro Schiavone, di avere una lezione privata e personale sulle sue particolari intenzioni su questo vino nate prima della bocciatura a DOCG del Vigna della Congregazione 2012. Dare qualcosa di intrinseco al vigneto al vino Fiano e che solo questo potente vitigno possa offrire. In parole povere identità di Territorio.

              (Foto lucianopignataro.it)

Il vino probabilmente non sarà gradito agli enofighetti che inizieranno ad elencare le puzzette che si percepiranno ma io posso dirvi che la materia è tanta e anche di qualità e non lo dico in memoria di tutti i bei momenti enoici trascorsi con Antoine e con i suoi vini.
Poi mi piace riportare una teoria di un altro amico Enologo, Gerardo, che da sempre si batte per la salubrità del vino che non deve essere un optional ma la base di progetto di ogni vino, e qui la base salubre è pienamente percettibile.

La degustazione di questo vino mi riporta alla mente i racconti sui mercanti dell'est con le loro bellissime stoffe di cashmere che avevano bisogno di esser lavorate da sapienti mani e per questo vendute in Europa.



Degustando
Occhio opulento carico giallo dorato lento nel bicchiere di corpo.
Al naso con sentori "lattici" cha da scuole associative denotano "difetto" ma il lattico per me non sgradevole da curiosità capire il perché. Non è un sentore di chimica aggiunta ma un sentore selvaggio da capire da interpretare intrigante che spinge al sorso.
In bocca gustoso, casereccio, rustico come dicevo di cashmere che carezza il palato ma allo stesso tempo da far lavorare con un buon cibo rotondo, apprezzabile retrogusto balsamico dai profumi garbati.
Abbinamenti casalinghi con zuppe di vegetali arricchite da carni, con una bella frittata di patate o con una castagna del prete, la sua acidità e la sua alcolicità che genera dolcezza di sicuro impatto. E per terminare un abbinamento che tanto aggradava Antoine con un buon sigaro Caraibico non troppo stagionato.
Di sicuro Antoine con questo vino voleva dare un segno di rispetto per una delle migliori uve di tutta l'ampelografia mondiale.
Qualcosa che viene celata anche dal nome "Clos de Haut" dato allo stesso vino che significa che le peculiarità di questa uva e di questo vino sono di non facile scoperta ma davvero pregne di emozioni.
L'articolo "scritto dallo stomaco", altra teoria di Gerardo, ha tralasciato dei particolari suggeriti dalla moglie di Antoine ed attuale Patron unitamente ai figli dell'Azienda di seguito riportati:
Volevo solo precisare una cosa, il fiano "Clos d'Haut" e il fiano "La Congregazione" sono due fiano diversi. "La Congregazione" uscì come tale per la bocciatura della docg. L'uva è comunque dalla Vigna della Congregazione che essendo una vigna registrata come docg non si poteva mettere la dicitura "Vigna della Congregazione"quindi Antoine ed io avevamo deciso di chiamarla semplicemente "La Congregazione". Il "Clos d'Haut" invece sono uve di altre vigne sempre nostre che sono situate sempre a Montefredane sullo stesso versante della Vigna della Congregazione ma più in alto e cioè a 500mt. rispetto alla Vigna della Congregazione 430 mt. Pubblica pure l'articolo. Ritengo che sia un bel omaggio al mio Antoine....lui sempre sorridente che aveva sempre un bicchiere in una mano e un bel sigaro nel l'altra. GRAZIE.
Aggiungo che sono commosso.
Ciao Antoine e grazie per quello che ci hai lasciato.

Salvatore LANDOLFO

venerdì 18 dicembre 2015

Il Comandante (Maremma Toscana IGT) 2004-05

Agli albori del Circolo l'Azienda Basile (Toscana), insieme a Carbone (Basilicata) e a Bricco del Cucù (Piemonte), fu, e tutt'oggi è, una delle piccole grandi aziende esterne al nostro territorio (Campania) sulla quale si soffermò la nostra attenzione.
Viti coltivate su un terreno rubato all'edificazione e alla vita moderna, dove ora ci sono rigogliosi vigneti, ci raccontava tempo fa Giovanbattista, il terreno era destinato ad ospitare una discarica. Questo per noi è stato un ulteriore elemento per valorizzare i prodotti ottenuti in queste terre.
Stasera da I Frat ind'o vin in "formazione rimaneggiata" abbiamo deciso di saggiare questa mini verticale, 2 annate del vino "base" Il Comandante IGT millesimo 2004 e 2005.
È da premettere che non siamo amanti dei vitigni internazionali coltivati al di fuori dei territori vocati, perchè li troviamo usurpatori della dignità autoctona che ogni territorio deve avere (ne riparleremo in "separata sede"!).


Degustando:
Comandante Basile (Montecucco) Maremma Toscana IGT 2004-2005 Blend Sangiovese e Merlot passaggio di un anno in piccole botti

Comandante 2004
Degustazione:
Appena aperto il Merlot la fa da padrone al naso ma anche al colore ed in bocca, fortunatamente il sentore scema e rimane il corpo.
Occhio: Vino opulento ma vivace, Corposo nella caduta nel bicchiere impenetrabile ma che lascerà sicuramente degli ottimi sentori olfattivi e gustativi. 

Naso: intrigante pulito denota giá la sua acidità conferitagli dal Sangiovese. Piacevole che invita al sorso ed evolve nel tempo.

Bocca: Austero, sferzante acidità per un vino di 11 anni, tannino che morde ma non disturba bocca piena di corpo ma agile

Bellissima evoluzione nel bicchiere sentori olfattivi di cacao e caffè che restano anche al retrolfatto.


Questa bottiglia già dall'apertura risulta essere un po meno fortunata della precedente. Per come ci preannunciava il produttore un po penalizzata dal tappo.
Comunque vino criptico chiuso.
Comandante 2005
Degustazione:
Occhio:
Rispetto al precedente ancora meno penetrabile ma anche meno vivace.
Naso:
All'apertura con qualche sentore di riduzione che però scompare col passare del tempo in bicchiere.
Bocca: con meno "asperità" del precedente più rotondo anche se con mezzo grado in più (14,5).
Alla fine il 2005 resta ottimo compagno del pasto in precedenza riportato in foto.
Tutte le incongruenze dimostrate all'apertura si addolciscono con la permanenza nel bicchiere.


Riporto di seguito lo scambio email avuto con Giovan Battista prima della degustazione:
Ciao Buongiorno, stasera con molta probabilità con 2 amici apriremo Comandante 2004 e 2005. Vi faccio sapere come è andata. Saluti
Ciao,
grazie per la tua mail!
Purtroppo su quelle annate i tappi non hanno tenuto così a  lungo. Per cui l'andamento è altalenante da bottiglia a bottiglia
Se hai annate  dal 2006 (avendo anche cambiato tappi) in poi invece troverai un vino sorprendente!
Buona degustazione!
Giovan Battista
Ciao,
ho capito, ti dico solo che sono state conservate bene, nella mia cantina inclinate a 75 gradi, spero che stasera non ci deludano. Se tutto ok pubblicherò un post sul nostro blog e ti invio il link.

Grazie ed a presto




Dalle impressioni avute il vino è stato conservato bene ma ciò che di sicuro ha concesso di goderne dopo 2 lustri è la sua indiscutibile ottima fattura!

Luciano LOMBARDI
Carmine GUIDA
Salvatore LANDOLFO

Per ulteriori info sull'Azienda:
http://www.basilessa.it


domenica 27 settembre 2015

Nexus Sigaro Peruviano

Degustazione eseguita più volte e solo oggi pubblicata per la fumata dell'ultimo pezzo rimasto nella mia collezione privata in modo da avere memoria di questo prodotto acquistato quasi 2 anni fa presso la tabaccheria specializzata sita in piazza dei Giudici a Capua (CE).

Acquistati nella loro confezione originale di legno contenente 5 pezzi dall'eccellente rapporto qualità prezzo. Sigaro di grandezza medio/grande e amalgamato bene tra capa, capote e tripa che danno al sigaro una piacevole armonia degustativa.
Confermate tutte le note positive delle precedenti degustazioni che vi riporto a seguire:

Nexus Sigaro Peruviano:

A sigaro spento:
Colore marrone non carico "pulito"
Aromi "dolci" miele, the, caramello non invadente, 
Udito: scricchiolo che svanisce dopo 5o6 rotazioni.
Tatto: liscio e leggermente umido.
Conservato dopo l'acquisto a 70% di umidità.
A sigaro acceso:
Cenere compatta grigia intarsiata di nero.
Buono il tiraggio lineare non faticoso.
Gusto che conferma gli aromi nasali a sigaro spento, il caramello la fa da padrone in versione "arsa".
Abbinato a 2 grappe dell'Azienda Segnana, la prima grappa giovane di pinot nero in purezza da vinacce "Ferrari" uvaggio utilizzato per gli spumanti.
La grappa prende un leggero sopravvento annulando quasi del tutto il Sigaro.
La seconda metodo Soleras versione Selezione ovviamente barricata sposa meglio, integrando i sentori del Sigaro.

Per la degustazione odierna abbinato ad una grappa barricata di Taurasi (uve aglianico atte a divenire Taurasi) dell'azienda must del territorio Cantina CAGGIANO.
La grappa evidenzia del sigaro le note di buccia di frutta secca.
Piacevole fumata slow che accompagna un fine pasto succulento tra le chiacchiere con amici in un clima slow.

Salvatore LANDOLFO

IL FUMO NUOCE GRAVEMENTE ALLA TUA SALUTE E DI CHI TI CIRCONDA.

sabato 29 agosto 2015

Il Circolo della Degustazione (2015-16) .....

Come tutti gli anni "Il Circolo Della Degustazione" ha tanti buoni propositi e tante buone strade per iniziare e proseguire i progetti intrapresi. 


Il Circolo nasce da una costola di Winevent, anch'esso dalla nascita oggetto inespresso ma mina vagante (come da altri definito) nel campo enogastronomico. 


Per anni nel nostro ridotto parterre abbiamo avuto il piacere di ospitare persone di associazioni di ogni ordine e grado nel campo dei vini dei distillati del cibo dei formaggi del fumo lento e anche di persone professioniste e produttrici in tali campi. 


Varie le scenografie e gli interpreti sempre diversi sempre originali e più volte percorsi da noi dettati poi intrapresi da altri "professionisti" del settore, comunque sia, noi si continua e si va avanti con unico obiettivo appagare i desideri dei nostri sensi.


Il vino da sempre incipit di partenza per poi sfociare nella vera e propria degustazione, che come si diceva in precedenza, è l'appagare le nostre voglie degustative.


Vini e prodotti di nicchia, anche e soprattutto di coloro che non possono ritagliarsi un loro spazio tra leggi ed esperti del settore ma che con le loro produzioni daranno lustro alle nostre papille, di coloro che si impegnano in una trasformazione o conservazione, importante come la produzione, o del semplice raccontare con le sensazioni e con il cuore le emozioni donate da questi prodotti.


Il supporto sarà di tutti Voi di tutti coloro (che da 8 anni) seguono i nostri percorsi e le nostre emozioni ma di chiunque altro voglia proporsi per il solo scopo di emozionare chi desidera di esserlo.
Buona Degustazione a tutti.

Salvatore LANDOLFO
Il Circolo Della Degustazione 

sabato 22 agosto 2015

Il Sigaro Toscano e il taglio aureo

Oggi in quel di Bonagia localitá ex tonnara in provincia di Trapani la diatriba sul taglio aureo è diventato argomento del giorno discusso tra le barche ormeggiate nel dopo pesca fatto di consegne del fresco del giorno e preparazioni per la pesca serale.
La questione matematicamente descritta qui: https://it.m.wikipedia.org/wiki/Sezione_aureahttps://it.m.wikipedia.org/wiki/Sezione_aurea
trova sua perfetta applicazione con lo stortignaccolo nazionale per vari motivi.
2 pratici il taglio coincide con la fascetta di apertura del cellophane e per il fatto che dona 2 classici sigaretti ( il più piccolo da abbinare alla classica pausa caffè) il più grande da degustare nel Classico dopocena. 



Poi variazioni di gusto a sigaro acceso tra gli stessi profumi del sigaro di partenza (nel mio caso Garibaldi Classico).
Un modo sicuramente agevole per valorizzare un sigaro comunque al quale da ritagliare una corretta collocazione nel proprio spazio temporale.


Salvatore LANDOLFO

IL FUMO NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE TUA E DI CHI TI STA INTORNO!

giovedì 6 agosto 2015

Franchising (il degrado dell'Enogastronomia)

Sono ormai sempre più i casi di "franchising" che stanno sempre più portando il degrado nell'Enogastronomia di qualità. Addirittura sono testimone di casi anche in quelle che sono associazioni di settore che dovrebbero essere baluardo sicuro per la comunicazione e l'indirizzamento dell'utente.
Purtroppo le mode e la globalizzazione hanno permesso che anche gusti e prodotti fossero adeguati a livello "standard" per tutti i consumatori. Poi le leggi e lo Stato in grado solo di formalizzare numericamente ciò che è la nostra produzione di qualità e di nicchia permettendo ai nostri produttori un unica soluzione: LA CHIUSURA ATTIVITA'. In questi giorni sono testimone di una chiusura di un amico affinatore di formaggi (figura diffusissima in altre nazioni) produttore di uno dei formaggi più buoni da me assaggiati nell'ultimo decennio.
Ieri sera in un ristorante pizzeria della zona "addobbato" di tutto lustro con accoglienza impeccabile e con personale di quantità e qualità nonché sponsorizzato da soloni esperti comunicatori del settore ho rimediato una grossa delusione con cibi precotti "riscaldati" ed insaporiti al momento e lieviti oltremodo utilizzati tanto che un trancio di pizza avanzato a mia figlia la fa ancora da padrone nel mio stomaco. Tra l'altro questa non piacevole avventura già successa in un'altra catena della zona.
Il dire franchising non significa rifarsi a grandi marchi del settore purtroppo stiamo vivendo in Enogastronomia un franchising di piccoli imprenditori che per reinvestire i propri introiti e capitalizzare quello che è il guadagno della loro attività principale, completamente distante da cibo e affini, si avventura in situazioni bellissime da vedere e da frequentare ma che non curano qualità e conservazione.
Tutto ciò fa rabbia ed il pensiero va all'amico Peppone che per dare qualità alla sua cucina ogni mattina si leva di buon ora per scegliere la materia prima ed è in continuo aggiornamento rimettendoci tempo denaro e affetti, o all'altro amico Matteo che qualche anno fa è tornato ad emigrare perché la sua cucina non veniva compresa ed altrove riveste la stella ambita da tanti chef, o di Ciccio che per confezionare le sue straordinarie pizze impiega 48 o 72 ore per la lievitazione, l'altra sera ne ho mangiate 4 a portafoglio e al risveglio neanche l'ombra, o all'amico di prima affinatore, Germano non potrà farci degustare più il suo Magno Sabello o a chi in casa confeziona il suo "vino fragola" e non fragolino bevanda unica che rinfrancava il lavoro nei campi dei nostri avi.

Salvatore LANDOLFO

lunedì 3 agosto 2015

Il Circolo della Degustazione: Gottardi ed il suo Pinot Nero - Vigna Mazzon 2012

Il Circolo della Degustazione: Gottardi ed il suo Pinot Nero - Vigna Mazzon 2012: Chi mi conosce sa che mi cibo di emozioni. Chi mi conosce sa che vivo di tifo (anche se da tempo ho abbandonato quello sportivo per me trop...

Gottardi ed il suo Pinot Nero - Vigna Mazzon 2012

Chi mi conosce sa che mi cibo di emozioni.
Chi mi conosce sa che vivo di tifo (anche se da tempo ho abbandonato quello sportivo per me troppo non emozionale).
Chi mi conosce sa che ho molti vizi.
Questo vino racchiude il tutto, è un'emozione, come vino rosso sono un "tifoso" del Pinot Nero, ed il vizio che rispecchia è quello dell'appagante leggerezza donata.




Annata 2012, dopo aver in tempi differenti saggiato le annate precedenti e conservato alcune bottiglie con le quali faremo con pochi amici scelti una verticale, è come le precedenti un emozione e possiede una duttilità grazie alla quale si soddisfano differenti palati.
Alla vista intrigante scarico ma non troppo con una vivacità e tonalità coinvolgenti, si avvolge nel bicchiere, al naso l'intrigante rapporto cresce grazie a profumi cangianti che non si sostituiscono ma si sommano.
Si parte dai primari classici del Pinot nero (soprattutto ribes, ma anche mora e lampone, ciliegia, mirtillo, poi la famosa merde de poulet e polvere da sparo che non sono terziari ma intrinsechi del vitigno di origine), i secondari ottenuti da fermentazione (carica gassosa) ed i terziari (sottile idrocarburo e cera lacca).Poi in bocca l'apoteosi tornano al retrogusto netti e non sovraccaricanti tutti i sentori olfattivi uniti ad una tendenza amarognola lieve ma goduriosamente percettibile. Elegante, Raffinato ed allo stesso tempo pieno, spiccata acidità che ne allunga la percezione ma ben amalgamata al resto del quadro gustativo con tannini ed alcool a fare da spalla ma piacevolmente percettibili.

IO TIFO PINOT

Salvatore LANDOLFO


sabato 31 gennaio 2015

... a casa di Paola

Nata negli anni ’80 tra le splendide colline di S. Giovanni e Paolo (Caiazzo), l’azienda agricola Alepa è condotta oggi da Paola Riccio, con la consulenza del vulcanico enologo, Maurizio De Simone. Alepa produce e imbottiglia pallagrello bianco e nero, falanghina, greco, e cabernet sauvignon.
 L’idea di questa degustazione è nata da una  piacevole visita aziendale con degustazione di Winevent a "casa di Paola" che vive e lavora tra le vigne.
In degustazione  Santojanni 2011 (falanghina e greco), Riccio Bianco 2011 (pallagrello bianco), Riccio Nero 2009 (pallagrello nero), Privo 2012 (cabernet sauvignon senza solfiti)in abbinamento con grandi formaggi campani.
 Anche la musica avrà la sua parte con la performance della pianista Imma Ferrara Perrotta. Sperando in una sorpresa gastronomica ad opera  della padrona di casa, la serata si concluderà con la degustazione del  "gioiello" di casa Alepa:Maria Carolina 2011 (pallagrello bianco affinato in tonneaux di rovere, soltanto 600 bottiglie l'anno) abbinato al  sigaro Toscano.

Dove: Azienda Agricola Alepa, SS. Giovanni e Paolo (Caiazzo) , Via Barraccone T.0823 862755 www.alepa.it
venerdì 13 febbraio ore 20,00 quota di partecipazione € 20,00 p.p.info@winevent.it 347 5613834 - 339.2898732




Salvatore LANDOLFO

giovedì 15 gennaio 2015

Ciao Antoine, non dimenticare i nostri progetti!

Sconcertato, Annichilito, Inutile.
Stamattina non trovavo un senso a ciò che leggevo sulla pagina Facebook di Gerardo VERNAZZARO. Antoine, ma chi Antoine, il pensiero è andato subito a Lui. Dopo qualche minuto la conferma e lo sconforto. Non sapevo del suo malanno che qualche amico comune mi ha riferito che aveva scoperto solo qualche mese fa.
Gerardo nel suo saluto lo accosta a Pino col quale aveva in comune l'estro e l'irriverenza costruttiva.
Con lui ci siamo fatti grandi chiacchierate senza aprir bocca, con lui parlavamo senza secondi fini dei suoi prodotti e di quelli degli altri con lui si parlava di eventi da organizzare con quel connubbio da lui e da me tanto amato tra Vino e Fumo Lento.
L'ho incontrato l'ultima volta all'inaugurazione del Club di Winefredane con gli amici comuni Marco Trasente e la Sommelier Paola De Stefano e come sempre mi aveva "giocosamente cazziato" per non aver avuto mai la forza di andarlo a trovare per una giornata lenta fra buon cibo, vino e il nostro amato stortignaccolo con l'amico comune Raffaele Troise.
Mi sento fuori luogo a parlar di lui ma per me sarà sempre una di quelle persone curiose che voleva capire e spiegare il perchè di tante cose e dalla genialità interpretativa del suo lavoro.
A presto Antoine per godere di ciò che ci eravamo promessi e che un giorno realizzeremo!

Salvatore LANDOLFO

lunedì 12 gennaio 2015

VISITA AZIENDA ALEPA - 10 GENNAIO 2015

VISITA AZIENDA ALEPA (di PAOLA RICCIO) 10 GENNAIO 2015


Riprende l’attività del Circolo della Degustazione con le visite presso i produttori.

Il 2015 si apre con una visita ad un’amica (Paola Riccio) dell’Azienda A.le.pa. sita in località S.Giovanni e Paolo a Caiazzo in provincia di Caserta. L’Azienda, sita sul versante destro del Volturno, gode positivamente di un microclima influenzato sia dagli influssi collinari che da quelli salmastri provenienti dal mare che risale il corso del fiume.

Accolti dalla padrona di casa che ci racconta di come ha “modulato” la creazione di quest’Azienda che in proprio vinifica ciò che i 3 Ettari di proprietà producono come uve. A tale produzione va aggiunta una parte di Pallagrello Nero conferito da produttori seguiti dalla stessa Azienda.

La Casa

Il vigneto 



L’Azienda nasce negli anni ’80 per produzione familiare e vengono impiantate 4 tipologie di uve, precisamente Aglianico e Cabernet come uve a bacca rossa, mentre per quelle a bacca bianca si impiantano Falanghina e Greco. Dopo un periodo di produzione familiare e di conferimento a terzi, con l’arrivo del nuovo millennio, si decide di vinificare in proprio con ottimi risultati con due vini molto rappresentativi il Santojanni, blend delle 2 uve bianche e il Palenio, blend delle 2 uve rosse.
Dopo questa promettente fase iniziale si passa ad una ricerca di identità del territorio, la stessa Paola decide di impiantare l’autoctono  Pallagrello Bianco.





Oggi l’Azienda con le proprie uve e con un minimo di conferimento, del solo Pallagrello Nero, produce circa 14000 bottiglie, nelle annate dove la terra e il clima donano un frutto integro, per esempio si è discusso con la Patron di un calo di produzione nell’ultima annata (2014) dovuto alle non clementi condizioni meteo ed alla peronospora (malattia che flagella i vigneti).
Chiacchierando sulle produzioni e sui nuovi obiettivi dell’Azienda, tra i quali l’interessante con la cucina de “Il Cuoco Galante” di Napoli che abbinando i vini dell’Azienda A.le.pa. proporrà una cena con piatti d’epoca.


Accolti nella casa immersa tra i vigneti di produzione iniziamo la degustazione dei vini aziendali.

Sanojanni 2011 (blend Falanghina e Greco) 14%Alcool messo in bottiglia già da un anno prezzo in enoteca 9€. Colore Giallo oro vivace, al naso molto minerale (greco) con sfumature floreali e fruttate (falanghina), in bocca arricchisce il corredo aromatico con la sapidità che la fa da padrona ed allunga la durata del sorso, lieve retrogusto di frutta esotica.


Riccio Bianco 2010 (Pallagrello Bianco) 14%Alcool imbottigliato nel 2011. Prezzo enoteca 14,5€. Colore Giallo oro scarico vivace, al naso fruttato fresco con sfumature floreali ed erbacee, in bocca vivo con acidità ben conservata (fattore che purtroppo nel Pallagrello bianco dopo qualche anno si perde, non è il caso di questo vino).


Due grandi bianchi, con qualche amico si rifletteva sul fatto che per noi sommelier potevano essere due vini molto didattici, il primo per rappresentare la sapidità, il secondo invece per l’acidità, due parametri difficili da separare in degustazione. Poi per il colore che in altri contesti avrebbe denotato vini già avanti con l’età che invece in questo caso ha dato maggior interesse per quello che hanno donato all’olfatto ed al gusto.

Casa di Campagna ( blend Pallagrello Nero e Cabernet di varie annate) 13%Alcool. Prezzo enoteca 10€. Rosso rubino con unghia violacea, impenetrabile (vino non altamente filtrato) , naso di frutta rossa croccante, gusto pieno di nerbo e vivace.



Maria Carolina 2011 (pallagrello bianco barricato tra rovere e castagno) 14,5% prezzo in enoteca 25€, complimenti per questa chicca enologica di “Terra di Lavoro”! Da sempre, e come detto in precedenza, si sa che il Pallagrello Bianco ha scarsa acidità che spesso si rileva nei vini con espressioni olfattive e gustative piatte, che in questo caso verrebbero amplificate dal passaggio in legno, invece, questo vino, alla vista con un giallo oro carico, sia al naso che al gusto donano grande interesse. All’olfatto di frutta e fiori “avazati” ma con una leggera spalla acida che lo sorregge e contrasta l’alcol e con gusto speziato dolce ed un retrogusto finale donato dal castagno quasi legnoso e qui si sono sbizzarriti tutti con abbinamenti di un certo rilievo anche con formaggi stagionati, io lo abbinerei ad un buon sigaro sud americano (non fermentato) o addirittura ad un Toscano Soldati o un Toscano Antica Tradizione (fermentati).



Riccio Nero 2008 (pallagrello Nero che ha sostato per 2 anni in tonneaux) 13%Alcool,  uve conferite,  15€ in enoteca. Qui purtroppo per noi i sensi erano già un po’ inebriati ed appesantiti dai vini precedenti, comunque vino elegante nonostante la bassa filtrazione ed un colore cupo. Vino, che purtroppo per il nostro stato, invita al secondo ed anche al terzo sorso. Nonostante l’età  pieno di nerbo sia al naso con note fruttate, floreali ed anche speziate, in bocca buona spalla acida vino equilibrato compagno ideale per piatti eleganti non troppo strutturati.



Privo 2012 (cabernet) 23 € in enoteca, questo vino vuole essere l’espressione della politica aziendale, come dice il nome stesso privo di qualsiasi tecnica spinta sia in vigna che in cantina ne fa un vino massima espressione del frutto per tutti i sensi  con l’unico “difetto” la longevità, ma basta saperlo, non può essere un vino longevo non per mancanza della bontà della materia prima e della lavorazione, ma al giorno d’oggi sappiamo benissimo che vini senza trattamenti specifici sono molto sensibili a tutti gli agenti esterni che ne inficiano la durata. Comunque allo stato attuale bell’esperimento.  Il termine Privo fondamentalmente dovuto al non utilizzo di solfiti durante il processo di lavorazione ed in nessun’altra fase.



E poi ….. per un incontro protrattosi per più di 2 ore oltre l’orario prestabilito via a selfie ed alle impressioni sui social network ed alla progettazione di nuovi eventi allargando il numero dei partecipanti e per concludere un Grazie a Paola ed alle splendide terre dalle quali provengono i suoi nettari.


Si è chiusa la splendida visita con un assaggio da silos dell'annata 2011 di cabernet in purezza e con un Riccio Nero annata 2009.




Gaetano ed Imma Scognamiglio
Luciano Lombardi
Carmine Guida
Alessandro Schiavone
Salvatore LANDOLFO (che ha  redatto  il Post)

…. e Paola RICCIO