Ma chi è Robert PARKER?
È una domanda che ieri sera ho sentito fare in modo sarcastico ad un piccolo produttore di vino definito "artigiano" e produttore, a mio modesto avviso, di vini di indubbio pregio tali proprio per la loro "ereditaria artigianalità".
La domanda di cui sopra ha riesumato in me vecchi pensieri avuti quando una quindicina di anni fa decisi di dedicarmi hobbisticamente al mondo del vino, proprio perchè pensai la stessa cosa sentendo come ne parlavano alcune persone che mi impartirono le prime lezioni nel campo della sommellerie.
Ma chi è Robert PARKER?
Qualcuno mi spiegò che fare questa domanda era come dire chi fosse stato Mike BUONGIORNO per la diffusione della televisione in Italia e quella fu la molla che fece scattare in me il desiderio di conoscenza del PARKER pensiero.
Non mi dilungo nel raccontarVi le mie ricerche ma vi dico quali furono le mie conclusioni delle quali sono tutt'oggi convinto.
Persona molto professionale e di indubbia competenza in materia vino. Aprezzabili le sue degustazioni e i suoi metodi degustativi, invidiabile disponibilità, in tutti i sensi, al viaggiare per conoscere quelle realtà vitivinicole da lui esaminate e questi per me sono tutti pro. Ma proprio tutto questo ha scaturito in me un'altra domanda, alla quale non ho mai avuto risposta o forse la risposta è così banale e per questo non considerata, Perchè esistono quelli come Robert PARKER? Non solo in ambito Eno...Culturale? Ormai tutti gli ambiti hanno bisogno di chi detti i parametri e tracci le linee guida chi a posto nostro faccia sforzi e ci semplifichi la vita chi sia considerato più di quello che è perchè poi gli altri devono riempirsi la bocca di parole non proprie. E allora? Personalmente vi dico che continuerò a mettere il naso nel bicchiere primo per emozionarmi, poi per conoscere il prodotto è chi lo ha concepito, eppoi forse per raccontarlo. E Robert PARKER? Beh..... non sarà mai nel vino che degusto!
Salvatore LANDOLFO
giovedì 31 ottobre 2013
domenica 27 ottobre 2013
Un Vino Verticale
Pepella, Ginestra e Biancatenera......Totò, Peppino e a Malafemmena......
Un trio che sicuramente non darebbe lo stesso effetto prendendo i protagonisti singolarmente. Un vino che noi amiamo inserire nella schiera dei vini verticali, cioè che stanno in piedi da soli, in questo caso se qualcuno tenterebbe di dargli una mano lo farebbe "cascare" tra i soliti vini standard. C'è poco da "degustare" c'è poco da raccontare ogni commento sarebbe riduttivo. Dal colore giallo paglierino scarico con una particolare brillantezza, effluvi olfattivi unici dalla macchia mediterranea agli agrumi una complessità di profumi primari (provenienti dalla materia d'origine) ben integrati dai secondari (provenienti dalla lavorazione). Al gusto un sorso, un altro, un altro ancora bellissima acidità e struttura che conferisce al vino ua lunghezza gustativa e un retro olfatto unico. Il vino va bevuto giovane in questo caso l'annata era la 2012 ma anche annate vecchie tengono bene la "verticalità".
Ah dimenticavo il vino si chiama Bianco di Monte di Grazia è prodotto "interamente" a Tramonti (SA) dall'Azienda Monte di Grazia di Alfonso Arpino con consulenza di Gerardo Vernazzaro (nostro amico per questo parliamo bene del vino).
Adesso Napoli - Toro "chiama" .... purtroppo per parecchi io sono di fede Granata......
Salvatore LANDOLFO
Un trio che sicuramente non darebbe lo stesso effetto prendendo i protagonisti singolarmente. Un vino che noi amiamo inserire nella schiera dei vini verticali, cioè che stanno in piedi da soli, in questo caso se qualcuno tenterebbe di dargli una mano lo farebbe "cascare" tra i soliti vini standard. C'è poco da "degustare" c'è poco da raccontare ogni commento sarebbe riduttivo. Dal colore giallo paglierino scarico con una particolare brillantezza, effluvi olfattivi unici dalla macchia mediterranea agli agrumi una complessità di profumi primari (provenienti dalla materia d'origine) ben integrati dai secondari (provenienti dalla lavorazione). Al gusto un sorso, un altro, un altro ancora bellissima acidità e struttura che conferisce al vino ua lunghezza gustativa e un retro olfatto unico. Il vino va bevuto giovane in questo caso l'annata era la 2012 ma anche annate vecchie tengono bene la "verticalità".
Ah dimenticavo il vino si chiama Bianco di Monte di Grazia è prodotto "interamente" a Tramonti (SA) dall'Azienda Monte di Grazia di Alfonso Arpino con consulenza di Gerardo Vernazzaro (nostro amico per questo parliamo bene del vino).
Adesso Napoli - Toro "chiama" .... purtroppo per parecchi io sono di fede Granata......
Salvatore LANDOLFO
Blogging libero...... pensieri "scappati"
..... è da un po di tempo che mi frulla in testa ..... è da un po di tempo che rifletto sul mio "status" nel mondo dell'enogastronomia ...... della serie tutti mi chiamano, tutti mi cercano ma nessuno mi vuole ..... nel mio passato enogastronomico vi sono tante buche e tantissime soddisfazioni tra Associazioni, "invenzioni goliardiche", qualcuno direbbe tra Sorsi & Morsi, esercitando sempre con la massima trasparenza e con il solo movente dell'amicizia e del voler promuovere i buoni prodotti e la gente che li realizza. Qualche volta ho pure imprecato dandomi del codardo per non aver avuto il coraggio di saltar la staccionata di passar "professionista" ..... ma ad oggi, pero, soddisfatto e senza rammarichi del fatto che di qualsiasi cosa mi sentirete "parlare" scaturisce dal fatto che ha provocato in me un emozione anche se "da poco" ...........
Salvatore LANDOLFO
Salvatore LANDOLFO
martedì 22 ottobre 2013
Andar per Taurasi
domenica scorsa (20 Ottobre 2013) , con mia moglie
Imma siamo stati a Castelvetere sul Calore in occasione della kermesse "Andar per Taurasi".
La giornata era stupenda, cielo
terso, clima mite da primavera avanzata ed il borgo con il castello una piccola
bomboniera. Paesaggio splendido con panorama mozzafiato.
Non c'era il pubblico delle grandi
occasioni, ma molte cantine erano aperte ed era possibile visitarle
accompagnati da navette messe a disposizione dell' organizzazione.
Non tutti i vini dei produttori di
Taurasi erano presenti in degustazione ai banchi ( penso meno di venti) ma ci
sono stati due laboratori interessanti ai quali abbiamo partecipato.
Il primo riguardante una
degustazione di pecorini Laticauda abbinati a vini Grecomusc dell' unico
produttore " Contrade di Taurasi ". E' stata realizzata una mini verticale in
quanto ci hanno proposto i vini delle annate 2012-2011-2009 ( il 2010 era esaurito).
E' stata una bella sorpresa scoprire
questo vitigno: bei profumi fermentativi non invadenti ( utilizzo di lieviti
indigeni) per il 2012 per arrivare ad una grande mineralità del 2009 passando
per un 2011 ben equilibrato. Al gusto una bella persistenza con sapidità e
freschezza gradevolissima.
Il piatto forte, per quanto riguarda le degustazioni di vino, è stata la degustazione
dell'annata 2003 degli aglianici delle tre zone più vocate e precisamente :
-IRPINIA : Radici (
Matroberardino), Taurasi Vigna macchia dei Goti ( Caggiano), Taurasi Cinque
Querce ( Molettieri)
-BENEVENTANO : Bue Apis (Cantine
del Taburno), Grave Mora ( Fontanavecchia), Terra di Rivolta ( fattoria di
Rivolta)
-BASILICATA : La Firma ( Cantine
del Notaio), Re Manfredi ( Giv terre degli Svevi), Don Anselmo (Paternoster)
La degustazione condotta da Luciano
Pignataro ( Slow Wine ) e Maria Sarnataro ( AIS ) aveva due scopi e
precisamente:
-1) verificare se l'annata
2003 ritenuta annata calda avesse influito sulla bontà di questo vigneto (Aglianico) specialmente in termini di longevità;
-2) confrontare le pecularietà del
vitigno proveniente dalle tre zone più vocate.
Ebbene, a mio parere supportato
anche dai pareri dei conduttori si è notato che:
-siamo comunque in presenza di un
grande vino proveniente da una grande uva;
-quando si parla di annata calda si
generalizza troppo ed ogni singolo territorio ha la sua pecularità fino ad
arrivare alle singole particelle di territorio ed al sapiente lavoro dei
produttori;
-si è riscontrato che i vini
basilischi erano quelli più tendenti al maturo, sia come colore che come
profumi ed anche al gusto,
-i beneventani si difendono molto
bene, specialmente il Grave Mora , un pò più andante il Bue Apis. mentre gli
avellinesi esprimevano ancora segni di gioventù, sia nel colore (ancora
tendente al rubino) che nei profumi (ancora presente la frutta) che al gusto
con freschezza e tannini eleganti. Uno su tutti, per me, Taurasi Vigna Macchia
di Caggiano ed a seguire il Muscoloso Molettieri con il Taurasi Cinque Terre.
Che dire, è stata proprio una bella
giornata abbiamo avuto l'occasione di assaggiare anche la bruschetta con
Caciocavallo impiccato e salsetta di Tartufo Nero e castagne arrostite, inutile
dire accompagnate da Taurasi. A fine serata un pizzico di folk con la
Tarantella Montemaranese.
Unico neo al ritorno... blocco sull'
autostrada per oltre un'ora per lavori, ma ci è servito per smaltire ......
Gaetano&Imma
venerdì 18 ottobre 2013
DALL'UVA ALLA BOTTIGLIA
UN’ESPERIENZA SENSORIALE UNICA E INDIMENTICABILE.
NEL MIO VAGABONDARE ENOGASTRONOMICO HO PROVATO TANTE SENSAZIONI NUOVE, SUGGESTIVE, PIACEVOLI E RARAMENTE ANCHE QUALCHE DELUSIONE. L’ESPERIENZA FATTA SABATO SERA, 12 OTTOBRE SCORSO, PRESSO IL SALOTTO SENSORIALE DELLA “ENOTECA LUCIA” IN QUEL DI S.MARTINO VALLE CAUDINA (AV) E’ STATA VERAMENTE UNICA.
IL TEMA DELLA SERATA CONVIVIALE ERA: “ANALISI SENSORIALE DELLE UVE DA VINO.”
DAVANTI AD OGNI POSTAZIONE DEI PARTECIPANTI ERANO COLLOCATI DUE BICCHIERINI CON PEPITE DI UVA BIANCA E NERA (AGLIANICO E FALANGHINA), PIU’UNA SCHEDA QUESTIONARIO PER FISSARE LE PROPRIE IMPRESSIONI.
SAPEVO E SO CHE BERE, O MEGLIO DEGUSTARE VINI SIGNIFICA INNANZITUTTO CONOSCERE UN PO’ LA STORIA DI QUEL VINO: VITIGNO, TERRENO, METODO DI COLTIVAZIONE, DI VINIFICAZIONE ECC. IN BREVE BISOGNA CONOSCERE E CAPIRE PER APPREZZARE E GIUDICARE.
NON SAPEVO INVECE CHE LA BOCCA E’ UN EFFICIENTE LABORATORIO SEMPRE IN FUNZIONE E CHE LE PRIME VALUTAZIONI PER OTTENERE UN RISULTATO FINALE PIU’ CHE SODDISFACENTE PARTE DAL SUCCHIARE L’UVA. E’ CIO’ CHE FA UN BRAVO ENOLOGO QUANDO VA IN VIGNA.L’ESPERTO CONOSCE LA TERRA, IL TERRITORIO MA SA ANCHE CHE UN VITIGNO CAMBIA DA ZONA A ZONA, DA AMBIENTE AD AMBINTE, DA ESPOSIZIONE AD ESPOSIZIONE TANTO DA AVERE SPESSO PRODUZIONI DIFFERENTI COME SE FOSSERO VITIGNI DIVERSI. ECCO ALLORA CHE L’ESPERTO VA IN VIGNA A SUCCHIARE L’UVA.ED E’ QUELLO CHE ABBIAMO FATTO NOI SOTTO L’ESPERTA GUIDA DELL’ENOLOGA DOTTORESSA TIZIANA SIANI.
ABBIAMO FATTO UN’ANALISI SENSORIALE PER ARRIVARE AD UNA DEGUSTAZIONE OTTIMALE DOVE SONO STATI COINVOLTI TUTTI SENSI INCLUSO LA VISTA.UN’ANALISI SENSORIALE DELLE UVE PER COMPRENDER LA DISLOCAZIONE DI DIFFERENTI COMPOSTI ALL’INTERNO DELL’ACINO E CAPIRE QUANTO LE TECNICHE DI VINIFICAZIONE INCIDONO SULL’OTTENIMENTO DEL VINO FINITO.
UNA ANALISI ORGONOLETTICA DELLE VARIETA’ CHE ABBIAMO SAGGIATO INIZIAVA CON LA :
*VALUTAZIONE DELL’ACINO: COLORE - RESISTENZA AL DISTACCO DEL PENDUCOLO.
*VALUTAZIONE DELLA POLPA: CAPACITA’ DI SEPARAZIONE DELLA POLPA –DOLCEZZA - ACIDITA’ - AROMA.
*VALUTAZIONE DELLA BUCCIA: MASTICABILITA’ - ASTRINGENZA E SUA PERSISTENZA – AROMA.
*VALUTAZIONE VINACCIOLI: COLORE – ASTRINGENA E SUA PERSISTENZA.
IL TUTTO SIA CON ACINI DI UVA BIANCA CHE DI UVA ROSSA. UN APPROCCIO AL VINO FATTO CON AMMIRAZIONE, UMILTA’ E SCIENZA CHE AIUTA, CHE PERMETTE DI DEGUSTARE E GODERE DEL PIACERE DI APPREZZARE I PROFUMI, I SAPORI, LE PERSISTENZE AROMATICHE DI UN VINO.
AL TERMINE DELLA DEGUSTAZIONE GUIDATA CI ATTENDEVA UNA CENA A TEMA CON VINI DI FALANGHINA ED AGLIANICO DEL TERRITORIO. ANCHE IN QUESTA SECONDA PARTE DELLA SERATA IL MOTIVO PREDOMINANTE ED EMOZIONANTE E’ STATA L’UNICITA’.
L’ANFITRIONE LUCIA OLTRE ALLA SUA PROVERBIALE OSPITALITA’ CI HA DELIZIATI CON CIBI GENUINI, LOCALI, SAPOITI MA…ORIGINALI
ABBIAMO DEGUSTATO:
INSALATINA ALL’UVA E NOCCIOLE RINFORZATA DA SCAGLIE DI FORMAGGIO PARMIGIANO;
CROSTINI DI PANE CON UVA E MASCARPONE;
FOCACCIA ALL’UVA;
SCIALATIELLI CON UVA E SPECK;
DOLCE A TEMA.
LA BRAVURA DELLO CHEF LUCIA CIOFFI HA AGGIUNTO UNA NUOVA PERLA AL SUO SALOTTO SENSORIALE CHE DI PER SE’ E’ACCOGLIENTE, RILASSANTE ED EMOZIONANTE.
Michele DI VINCENZO
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