giovedì 7 novembre 2013

dal castagno alla vite



Leggendo un articolo pubblicato da Slowfood Taburno e Valle Caudina, mi incuriosisco nell’apprendere  di un  laboratorio sul vino nel bel mezzo della sagra della castagna. Il laboratorio si intitola “ Il castagno dalla terra al bicchiere”. Bello! …penso, ed anche …bravi a coloro che hanno saputo individuare un punto di congiunzione fra la castagna – frutto ed il castagno -  legno che trova impiego nella  lavorazione di un altro frutto: l’uva da cui si ottiene il buon “succo”:  vino ….  è  lo stravagante pensiero che ho formulato.  Partecipo!

C’è un bel borgo: “Vennerici”, uno dei più alti del comune di Vitulano, siamo alle pendici del monte Camposauro, territorio ricco di castagni secolari in provincia di Benevento, nonché nell’areale della Docg Taburno. C’è un importante enologo di fama internazionale: Maurizio De Simone e ci sono gli amici “di bicchiere”, alcuni attesi, altri incontrati per caso. C’è la castagna,  protagonista del periodo e delle varie  preparazioni culinarie. Ci sono i vini nel Vicolo del Sommelier con gli  addetti ai lavori e poi c’è lei: l’aria, quella buona, buona perchè salubre e buona perchè cheta, è un ”aria” che ci fa bene, ne colgo il beneficio e lo vedo sui volti ilari e beati degli amici intorno. Ogni tanto qualche raffica di venticello frizzantino ci ricorda che siamo a Novembre, ed  anche questo è giusto!
Comincia il laboratorio:
  Maurizio De Simone ci racconta di una varietà a bacca bianca: il Bellone, allevato in piccoli appezzamenti sparsi nei territori di Gianola, Formia e Sperlonga , di proprietà dell’ azienda Terre Delle Ginestre a Spigno Saturnia (LT) da cui … il vino Lentisco. Nel 2000 comincia la sua collaborazione con l’azienda, per i primi 2 anni produce un vino che non gli dà i risultati sperati. Poi, l’intuizione e la svolta! Decide di vinificare in recipienti di castagno e di affinare il vino a contatto con lo stesso legno in botte grande. Si impegna di persona nel recupero dei recipienti interfacciando direttamente con il bottaio, anzi, fà un lavoro che inizia dall’albero, affinchè vengano selezionate le doghe da utilizzare specificamente per le botti, evitando il rischio che le stesse vengano fatte con i legni destinati ai mobili, come spesso accade.
Il bellone è una varietà tendenzialmente molto ossidativa, vinificarlo in un legno così altamente permeabile lo espone ad un grosso rischio;  c’è però in fase di fermentazione una forza protettiva che fa da scudo, ed è l’azione dei lieviti di “mangiare” l’ ossigeno. Nonostante ciò , Maurizio ci confida che ha estratto un mosto color mogano! A questo punto, penso che sarebbe stato davvero bello assistere a questa vinificazione!
Due sono le annate in degustazione:
Lentisco 2010 : un vino giovane ma già godibile, non tanto generoso nei profumi, sorso importante con rilascio di  una bella persistenza salina. Non percepisco nessun indizio che mi faccia pensare al passaggio in legno, ne tanto meno penserei che potesse essere un vino di lunghissima evoluzione.
Lentisco 2007: è tutta un’altra cosa,  il vino al naso dona odori di spezie e lievi note iodate. Al sorso invade il cavo orale e lo stimola con il suo pizzicore,  inducendo la salivazione.  E’ un vino di grande energia, lungo in sapori e sapidità, per niente stanco.
 Voltiamo pagina e passiamo ad un'altra storia , quella dell’ Impeto Aglianico Igt Torre Del Pagus.
Assaggiamo l’annata 2008: …  è semplicemente BUONO! All’olfatto regala dei bei sentori di sottobosco, si percepiscono i funghi, poi le spezie, il cacao , la liquerizia. In bocca è sì, ruvido al palato, ma al tempo stesso, persiste il succoso…ad evitarne la secchezza di bocca. La beva è davvero piacevole, è pronto è armonico, non lunghissimo e non pesante nonostante la sua gradazione alcolica di 14,5%vol.
  Vinificato anch’esso in contenitore di castagno ma senza  fare affinamento nella stessa tipologia di legno, da qui l’esigenza, ci dice Maurizio, di adoperare un recipiente che consenta tanto passaggio di ossigeno. Altra caratteristica dell’ Impeto è  quella di essere  vinificato senza diraspare. Il raspo si sa, per l’elevato contenuto di tannini, potrebbe conferire al vino spiacevoli caratteri di ruvidità ma… l’ingengno di Maurizio di adoperare una “macchina pigiatrice” alquanto sgangherata che non abbia la forza di lacerare il raspo, risolve il problema.  La macchina infatti consente al raspo di finire nel tino denudato dagli acini ed integro della sua parte vegetale.
Di seguito sono riportate alcune foto del “marchingegno”in questione che  rendono l’idea molto meglio di qualsiasi mia spiegazione.
Le foto sono state scattate da me personalmente l’anno scorso in occasione della “Festa dell’Impeto”, una ricorrenza annuale che l’azienda Torre Del Pagus propone a coloro che desiderano vedere e toccare con mano questa affascinante tecnica di vinificazione dall’ antico sapore.


Chiudiamo il laboratorio in dolcezza degustando l’ultimo dei lavori di Maurizio De Simone, sempre dell’ azienda Torre del Pagus,  la Barbera Solfree (senza solfiti)  accompagnata a due varianti di dolci alle castagne.
…tutto molto bello, pulito e giusto…come vuole Slowfood e non solo …

Lucia Cioffi
 



venerdì 1 novembre 2013

La teoria del .... "Vinino"

Il Vinino, termine coniato dal blogger enogastronomico Angelo Peretti del seguitissimo blog Internet Gourmet (www.internetgourmet.it) è un termine che si addice tantissimo al nostro Circolo.
Infatti la nostra ricerca parte ed arriva proprio a quei vini che pur non facendo parte del "blasone" offrono ai nostri sensi emozioni alla pari, ed alcune volte anche superiori, a quelli che ne fanno parte.
Anche questa è una di quelle regole non scritte, delle quali in questi giorni se ne è parlato tantissimo, che appartengono al nostro gruppo e per le quali ci battiamo per l'esistenza dello stesso.
Il nostro "Circolo" non ha statuto ne è costola Associativa (tanto è vero che ha componenti di tutte le Associazioni Enogastronomiche e non).
A seguire il link dove si parla dell'argomento "Vinino" e si citano anche chi ne scrive, come e nato e a quali prodotti si rivolge: http://www.internetgourmet.it/2013/10/vinino-volte-ritorna.html.

Salvatore LANDOLFO

giovedì 31 ottobre 2013

Ma chi è Robert PARKER?

Ma chi è Robert PARKER?
È una domanda che ieri sera ho sentito fare in modo sarcastico ad un piccolo produttore di vino definito "artigiano" e produttore, a mio modesto avviso, di vini di indubbio pregio tali proprio per la loro "ereditaria artigianalità".
La domanda di cui sopra ha riesumato in me vecchi pensieri avuti quando una quindicina di anni fa decisi di dedicarmi hobbisticamente al mondo del vino, proprio perchè pensai la stessa cosa sentendo come ne parlavano alcune persone che mi impartirono le prime lezioni nel campo della sommellerie.
Ma chi è Robert PARKER?
Qualcuno mi spiegò che fare questa domanda era come dire chi fosse stato Mike BUONGIORNO per la diffusione della televisione in Italia e quella fu la molla che fece scattare in me il desiderio di conoscenza del PARKER pensiero.
Non mi dilungo nel raccontarVi le mie ricerche ma vi dico quali furono le mie conclusioni delle quali sono tutt'oggi convinto.
Persona molto professionale e di indubbia competenza in materia vino. Aprezzabili le sue degustazioni e i suoi metodi degustativi, invidiabile disponibilità, in tutti i sensi, al viaggiare per conoscere quelle realtà vitivinicole da lui esaminate e questi per me sono tutti pro. Ma proprio tutto questo ha scaturito in me un'altra domanda, alla quale non ho mai avuto risposta o forse la risposta è così banale e per questo non considerata, Perchè esistono quelli come Robert PARKER? Non solo in ambito Eno...Culturale? Ormai tutti gli ambiti hanno bisogno di chi detti i parametri e tracci le linee guida chi a posto nostro faccia sforzi e ci semplifichi la vita chi sia considerato più di quello che è perchè poi gli altri devono riempirsi la bocca di parole non proprie. E allora? Personalmente vi dico che continuerò a mettere il naso nel bicchiere primo per emozionarmi, poi per conoscere il prodotto è chi lo ha concepito, eppoi forse per raccontarlo. E Robert PARKER? Beh..... non sarà mai nel vino che degusto!

Salvatore LANDOLFO

domenica 27 ottobre 2013

Un Vino Verticale

Pepella, Ginestra e Biancatenera......Totò, Peppino e a Malafemmena......
Un trio che sicuramente non darebbe lo stesso effetto prendendo i protagonisti singolarmente. Un vino che noi amiamo inserire nella schiera dei vini verticali, cioè che stanno in piedi da soli, in questo caso se qualcuno tenterebbe di dargli una mano lo farebbe "cascare" tra i soliti vini standard. C'è poco da "degustare" c'è poco da raccontare ogni commento sarebbe riduttivo. Dal colore giallo paglierino scarico con una particolare brillantezza, effluvi olfattivi unici dalla macchia mediterranea agli agrumi una complessità di profumi primari (provenienti dalla materia d'origine) ben integrati dai secondari (provenienti dalla lavorazione). Al gusto un sorso, un altro, un altro ancora bellissima acidità e struttura che conferisce al vino ua lunghezza gustativa e un retro olfatto unico. Il vino va bevuto giovane in questo caso l'annata era la 2012 ma anche annate vecchie tengono bene la "verticalità".
Ah dimenticavo il vino si chiama Bianco di Monte di Grazia è prodotto "interamente" a Tramonti (SA) dall'Azienda Monte di Grazia di Alfonso Arpino con consulenza di Gerardo Vernazzaro (nostro amico per questo parliamo bene del vino).
Adesso Napoli - Toro "chiama" .... purtroppo per parecchi io sono di fede Granata......

Salvatore LANDOLFO

Blogging libero...... pensieri "scappati"

..... è da un po di tempo che mi frulla in testa ..... è da un po di tempo che rifletto sul mio "status" nel mondo dell'enogastronomia ...... della serie tutti mi chiamano, tutti mi cercano ma nessuno mi vuole ..... nel mio passato enogastronomico vi sono tante buche e tantissime soddisfazioni tra Associazioni, "invenzioni goliardiche", qualcuno direbbe tra Sorsi & Morsi, esercitando sempre con la massima trasparenza e con il solo movente dell'amicizia e del voler promuovere i buoni prodotti e la gente che li realizza. Qualche volta ho pure imprecato dandomi del codardo per non aver avuto il coraggio di saltar la staccionata di passar "professionista" ..... ma ad oggi, pero, soddisfatto e senza rammarichi del fatto che di qualsiasi cosa mi sentirete "parlare" scaturisce dal fatto che ha provocato in me un emozione anche se "da poco" ...........

Salvatore LANDOLFO

martedì 22 ottobre 2013

Andar per Taurasi



domenica scorsa (20 Ottobre 2013) , con mia moglie Imma siamo stati a Castelvetere sul Calore in occasione della kermesse "Andar per Taurasi".
La giornata era stupenda, cielo terso, clima mite da primavera avanzata ed il borgo con il castello una piccola bomboniera. Paesaggio splendido con panorama mozzafiato.
Non c'era il pubblico delle grandi occasioni, ma molte cantine erano aperte ed era possibile visitarle accompagnati da navette messe a disposizione dell' organizzazione.
Non tutti i vini dei produttori di Taurasi erano presenti in degustazione ai banchi ( penso meno di venti) ma ci sono stati due laboratori interessanti ai quali abbiamo partecipato.
Il primo riguardante una degustazione di pecorini Laticauda abbinati a vini Grecomusc dell' unico produttore " Contrade di Taurasi ". E' stata realizzata una mini verticale in quanto ci hanno proposto i vini delle annate 2012-2011-2009 ( il 2010 era esaurito).
E' stata una bella sorpresa scoprire questo vitigno: bei profumi fermentativi non invadenti ( utilizzo di lieviti indigeni) per il 2012 per arrivare ad una grande mineralità del 2009 passando per un 2011 ben equilibrato. Al gusto una bella persistenza con sapidità e freschezza gradevolissima.
Il piatto forte, per quanto riguarda le degustazioni di vino, è stata la degustazione dell'annata 2003 degli aglianici delle tre zone più vocate e precisamente :
-IRPINIA : Radici ( Matroberardino), Taurasi Vigna macchia dei Goti ( Caggiano), Taurasi Cinque Querce ( Molettieri)
-BENEVENTANO : Bue Apis (Cantine del Taburno), Grave Mora ( Fontanavecchia), Terra di Rivolta ( fattoria di Rivolta)
-BASILICATA : La Firma ( Cantine del Notaio), Re Manfredi ( Giv terre degli Svevi), Don Anselmo (Paternoster)
La degustazione condotta da Luciano Pignataro ( Slow Wine ) e Maria Sarnataro ( AIS ) aveva due scopi e precisamente:
-1)  verificare se l'annata 2003 ritenuta annata calda avesse influito sulla bontà di questo vigneto (Aglianico) specialmente in termini di longevità;
-2) confrontare le pecularietà del vitigno proveniente dalle tre zone più vocate.
Ebbene, a mio parere supportato anche dai pareri dei conduttori si è notato che:
-siamo comunque in presenza di un grande vino proveniente da una grande uva;
-quando si parla di annata calda si generalizza troppo ed ogni singolo territorio ha la sua pecularità fino ad arrivare alle singole particelle di territorio ed al sapiente lavoro dei produttori;
-si è riscontrato che i vini basilischi erano quelli più tendenti al maturo, sia come colore che come profumi ed anche al gusto,
-i beneventani si difendono molto bene, specialmente il Grave Mora , un pò più andante il Bue Apis. mentre gli avellinesi esprimevano ancora segni di gioventù, sia nel colore (ancora tendente al rubino) che nei profumi (ancora presente la frutta) che al gusto con freschezza e tannini eleganti. Uno su tutti, per me, Taurasi Vigna Macchia di Caggiano ed a seguire il Muscoloso Molettieri con il Taurasi Cinque Terre.
Che dire, è stata proprio una bella giornata abbiamo avuto l'occasione di assaggiare anche la bruschetta con Caciocavallo impiccato e salsetta di Tartufo Nero e castagne arrostite, inutile dire accompagnate da Taurasi. A fine serata un pizzico di folk con la Tarantella Montemaranese.
Unico neo al ritorno... blocco sull' autostrada per oltre un'ora per lavori, ma ci è servito per smaltire ......

Gaetano&Imma

venerdì 18 ottobre 2013

DALL'UVA ALLA BOTTIGLIA


UN’ESPERIENZA SENSORIALE UNICA E INDIMENTICABILE.
NEL MIO VAGABONDARE ENOGASTRONOMICO HO PROVATO TANTE SENSAZIONI NUOVE, SUGGESTIVE, PIACEVOLI E RARAMENTE ANCHE QUALCHE DELUSIONE. L’ESPERIENZA FATTA SABATO SERA, 12 OTTOBRE SCORSO, PRESSO IL SALOTTO SENSORIALE DELLA “ENOTECA LUCIA” IN QUEL DI S.MARTINO VALLE CAUDINA (AV) E’ STATA VERAMENTE UNICA. 
IL TEMA DELLA SERATA CONVIVIALE ERA: “ANALISI SENSORIALE DELLE UVE DA VINO.” DAVANTI AD OGNI POSTAZIONE DEI PARTECIPANTI ERANO COLLOCATI DUE BICCHIERINI CON PEPITE DI UVA BIANCA E NERA (AGLIANICO E FALANGHINA), PIU’UNA SCHEDA QUESTIONARIO PER FISSARE LE PROPRIE IMPRESSIONI.


SAPEVO E SO CHE BERE, O MEGLIO DEGUSTARE VINI SIGNIFICA INNANZITUTTO CONOSCERE UN PO’ LA STORIA DI QUEL VINO: VITIGNO, TERRENO, METODO DI COLTIVAZIONE, DI VINIFICAZIONE ECC. IN BREVE BISOGNA CONOSCERE E CAPIRE PER APPREZZARE E GIUDICARE.
NON SAPEVO INVECE CHE LA BOCCA E’ UN EFFICIENTE LABORATORIO SEMPRE IN FUNZIONE E CHE LE PRIME VALUTAZIONI PER OTTENERE UN RISULTATO FINALE PIU’ CHE SODDISFACENTE PARTE DAL SUCCHIARE L’UVA. E’ CIO’ CHE FA UN BRAVO ENOLOGO QUANDO VA IN VIGNA.L’ESPERTO CONOSCE LA TERRA, IL TERRITORIO MA SA ANCHE CHE UN VITIGNO CAMBIA DA ZONA A ZONA, DA AMBIENTE AD AMBINTE, DA ESPOSIZIONE AD ESPOSIZIONE TANTO DA AVERE SPESSO PRODUZIONI DIFFERENTI COME SE FOSSERO VITIGNI DIVERSI. ECCO ALLORA CHE L’ESPERTO VA IN VIGNA A SUCCHIARE L’UVA.ED E’ QUELLO CHE ABBIAMO FATTO NOI SOTTO L’ESPERTA GUIDA DELL’ENOLOGA DOTTORESSA TIZIANA SIANI.


ABBIAMO FATTO UN’ANALISI SENSORIALE PER ARRIVARE AD UNA DEGUSTAZIONE OTTIMALE DOVE SONO STATI COINVOLTI TUTTI SENSI INCLUSO LA VISTA.UN’ANALISI SENSORIALE DELLE UVE PER COMPRENDER LA DISLOCAZIONE DI DIFFERENTI COMPOSTI ALL’INTERNO DELL’ACINO E CAPIRE QUANTO LE TECNICHE DI VINIFICAZIONE INCIDONO SULL’OTTENIMENTO DEL VINO FINITO. 
UNA ANALISI ORGONOLETTICA DELLE VARIETA’ CHE ABBIAMO SAGGIATO INIZIAVA CON LA : 
*VALUTAZIONE DELL’ACINO: COLORE - RESISTENZA AL DISTACCO DEL PENDUCOLO.
*VALUTAZIONE DELLA POLPA: CAPACITA’ DI SEPARAZIONE DELLA POLPA –DOLCEZZA - ACIDITA’ - AROMA. 
*VALUTAZIONE DELLA BUCCIA: MASTICABILITA’ - ASTRINGENZA E SUA PERSISTENZA – AROMA. 
*VALUTAZIONE VINACCIOLI: COLORE – ASTRINGENA E SUA PERSISTENZA. 

IL TUTTO SIA CON ACINI DI UVA BIANCA CHE DI UVA ROSSA. UN APPROCCIO AL VINO FATTO CON AMMIRAZIONE, UMILTA’ E SCIENZA CHE AIUTA, CHE PERMETTE DI DEGUSTARE E GODERE DEL PIACERE DI APPREZZARE I PROFUMI, I SAPORI, LE PERSISTENZE AROMATICHE DI UN VINO. 
AL TERMINE DELLA DEGUSTAZIONE GUIDATA CI ATTENDEVA UNA CENA A TEMA CON VINI DI FALANGHINA ED AGLIANICO DEL TERRITORIO. ANCHE IN QUESTA SECONDA PARTE DELLA SERATA IL MOTIVO PREDOMINANTE ED EMOZIONANTE E’ STATA L’UNICITA’. 
L’ANFITRIONE LUCIA OLTRE ALLA SUA PROVERBIALE OSPITALITA’ CI HA DELIZIATI CON CIBI GENUINI, LOCALI, SAPOITI MA…ORIGINALI
ABBIAMO DEGUSTATO:
INSALATINA ALL’UVA E NOCCIOLE RINFORZATA DA SCAGLIE DI FORMAGGIO PARMIGIANO;
CROSTINI DI PANE CON UVA E MASCARPONE; 
FOCACCIA ALL’UVA; 
SCIALATIELLI CON UVA E SPECK;
DOLCE A TEMA. 
LA BRAVURA DELLO CHEF LUCIA CIOFFI HA AGGIUNTO UNA NUOVA PERLA AL SUO SALOTTO SENSORIALE CHE DI PER SE’ E’ACCOGLIENTE, RILASSANTE ED EMOZIONANTE.


Michele DI VINCENZO

giovedì 25 luglio 2013

Istantanea di un Territorio ..... note personali di degustazione

Istantanea di un Territorio
(I Campi Flegrei) La Falanghina.
Mercoledì 24 Luglio 2013
Azienda La Sibilla
Karen Phillips
(Mostra fotografica)

Grotta del Sole (FMartuscielloJr)
Agnanum (RaffaeleMoccia)
Cantine Astroni (GVernazzaro)
La Sibilla (VDiMeo)

Aver in passato "calpestato" queste 4 vigne rende ancora più suggestiva la degustazione.
Snapshot di KPhillips introduzione con slang inglese del suo rapporto/conoscenza con i 4 produttori/enologi.
GVernazzaro film flegreo con protagonista la collaborazione tra questa 4 Aziende.Strappare terra alla cementificazione.
Colle Imperatrice 2012 (spiccata salinità) acidità, minerale al naso
Agnanum 2011 (spiccata salinità) bel fruttato dolce. Vigne ultracentenarie sottolinea terreni vulcanici sciolti ed in pendenza.
Coste di Cuma 2011 (fermentata in legno) leggera astringenza sentori "internazionali" ottima lavorazione sottolineata da GVernazzaro.
Cruna del Lago 2011 l'acidità sovrasta la sapidità, naso fruttato maturo, miele, leggermente più carico di colore. La freschezza dovuta allo scambio termico e alla ventilazione dovuta alla lingua di terra circondata dal mare.
Agnanum campione da vasca 2012 (anteprima) frutta croccante molto presente, sapido, fresco.
Coste di Cuma 2007 ancora longevo altri 4-5 anni notevole struttura (acida) leggera astringenza.
Strione 2009 giallo oro per la macerazione
Anarchia vinicola. Su cratereAstronia 1800/2000 mg di potassio. Progetto partito nel 2006 , macerazione con le bucce. Annata piovosa solo 1400 bottiglie su 5000 degli altri anni. Macerazione non completa come per annate precedenti ora è il metodo adottato.
Domus Giuli 2009 giallo oro idrocarburi, fruttato, macerazione per 5 mesi a temperatura controllata 27/30ºC. Alto estratto (34).
Agnanum 2003 giallo oro cristallino/brillante fresco, leggermente sapido, frutta matura.

Salvatore LANDOLFO

domenica 28 aprile 2013

Il Fiano delle cantine di Lapio per la prima volta in rassegna completa all’enoteca Capobianco - Montemiletto, 27 febbraio. Slow Wine Event......

Il Circolo della Degustazione, continua la sua attività eno-culturale anche fuori provincia, più precisamente nel Comune di Lapio, in provincia di Avellino, culla di un grande vitigno dal quale nasce l’omonimo vino: il Fiano. L’evento, tenutosi presso l’Enoteca Capobianco in Montemiletto, vedeva, per la prima volta, uniti ad un solo tavolo, otto piccole grandi aziende produttrici di Fiano, che con le loro dorate e calde eccellenze hanno ben riscaldato una serata dal clima freddo, tipicamente irpino. Il Comune di Lapio è considerato la Capitale del Fiano. Storicamente serbatoio vinicolo per la città di Napoli, nel corso degli anni ha saputo affinare la produzione, mantenendo intatti quei legami con il territorio che oggi ne fanno il fiore all’occhiello di tutta la Campania per la produzione di uno splendido “oro” in fusione.



In origine, il Fiano, era un vino filtrato, destinato alla conservazione per lungo tempo, dimostrazione di grande struttura intrinseca nel vitigno. Il terreno si presenta prevalentemente argilloso, un’argilla scura con presenza di molti ciottoli, che assicura una buona capacità di trattenimento delle acque, utile soprattutto nelle estati, che qui, in irpinia, sono abbastanza secche e caratterizzate da elevate escursioni termiche, tutto a vantaggio dell’acidità e della freschezza aromatica che caratterizza questo vitigno. I vigneti si trovano in un areale la cui altitudine oscilla tra i 450 e 500 MSL; si trovano tutti nel comune di Lapio e il sistema di allevamento è, per tutti, a spalliera. Altra caratteristica che accomuna tutti i produttori è l’uso esclusivo, in lavorazione, dell’acciaio e della pressatura soffice con raccolta ad ottobre inoltrato. Tutte le aziende, i cui produttori erano presenti, sono a conduzione familiare ed hanno vivamente manifestato l’intenzione di intraprendere un percorso che veda al centro un processo di integrazione nel settore marketing, per meglio affrontare le sfide che il mondo globale richiede. In rappresentanza del Circolo, insieme al sottoscritto, era presenta l’amica e collega Sommelier Lucia Cioffi che ha seguito e curato gli aspetti tecnici della degustazione.



Carmine Guida



GLI ASSAGGI

COLLI DI LAPIO
SENZA DUBBIO QUELLO CHE HA EVIDENZIATO MAGGIORMENTE IL CARATTERE DELLA GIOVINEZZA, NON SONO CERTO QUESTI, GLI ANNI MIGLIORI DELLA SUA VITA . RESTIO AL NASO, OFFRE UN BOUQUET MOLTO FINE MA COSI’ FITTO E CHIUSO CHE SOLO QUALCHE ANNO DI RIPOSO IN CANTINA POTRA’ TIRAR FUORI. RICONOSCIBILE SIN DA ORA INVECE LA NOTA TOSTATA DI NOCCIOLA ,TIPICA DEL VITIGNO. SORSO “BOMBA” PER L’INVADENZA IN TUTTO IL CAVO ORALE E SENSAZIONE TATTILE DI PUNTURE DI SPILLI, FRESCHEZZA ESPLOSIVA E PERCETTIBILE SAPIDITA’.

FEMIA
ALL’ESAME VISIVO NON RISULTA PERFETTAMENTE LIMPIDO PER PRESENZA DI LIEVE DEPOSITO SUL FONDO DEL BICCHIERE, GIUSTIFICATO POI DALL’INTERVENTO DEL PRODUTTORE CHE HA SPIEGATO LA SCELTA DI NON FILTRARE IN FASE DI VINIFICAZIONE. NASO FRUTTATO DI FRUTTI A POLPA GIALLA ED ESOTICA, RICONOSCIBILE LA BANANA. SORSO INVITANTE, IN EQUILIBRIO TRA MORBIDEZZA E FRESCHEZZA, PIACEVOLE CHIUSURA SALINA.

NICOLA ROMANO
PAGLIERINO SPLENDENTE, NASO PIACEVOLE DI SENTORI AMALGAMATI TRA DI LORO, FRUTTI E FIORI BIANCHI, ANCHE QUI UN BOUQUET STRETTO STRETTO CHE DEVE ANCORA SBOCCIARE. ANCHE QUESTO E’ UN VINO “PREMATURO” : CONCEDIAMOGLI IL SUO TEMPO. SORSO PIMPANTE ED ENERGICO. DA RIPROVARE TRA QUALCHE ANNO.

ROCCA DEL PRINCIPE
PAGLIERINO CARICO NEL COLORE, RADIOSO PER LUMINOSITA’. SI DIFFERISCE DA TUTTI PER PERCETTIBILI SENTORI DI PIETRA FOCAIA E SENTORI “SPEZIATI”. SORSO PIENO, FRESCO, MI SORPRENDE PER QUANTO RIESCA AD ESSERE ANCHE AVVOLGENTE IN BOCCA . HO PENSATO CHE POTESSE ESSERE QUELLO CON GRADAZIONE ALCOLICA TRA LE PIU A LTE. SAREBBE INTERESSANTE VEDERNE L’EVOLUZIONE.



TENUTA SCUOTTO
BELLO AL NASO, PULITO, RICONOSCIBILE LA PERA, SENTORI FLOREALI E DI LEGGERA MACCHIA MEDITERRANEA CON LE SUE ERBETTE AROMATICHE. SORSO PIACEVOLE, BELLA FRESCHEZZA, MOLTO COERENTE TRA NASO E BOCCA. FINE.

DE MARIA
ANCHE QUI, ALL’ ESAME VISIVO NITIDO E LUCENTE. NASO VARIEGATO, FRUTTATO DI AGRUMI, A TRATTI ANCHE ESOTICO, RUFFIANA LA NOTA DOLCE CHE FA CAPOLINO SUI SENTORI DI FRUTTI FRESCHI, FORSE MIELE…UN’ ACCATTIVANTE CONTRAPPOSIZIONE …OTTIMA LA FRESCHEZZA.

FILADORO
BRILLANTE ANCH’ESSO NEL SUO TIPICO COLORE PAGLIERINO. NASO AMMALIANTE, FRUTTATO CON RICONOSCIMENTI DI MELA, FLOREALE ED ERBACEO CON PIACEVOLI SBUFFI DI FIENO. SORSO FRESCO ED ELEGANTE.

FEUDO APIANO
PAGLIERINO CARICO, LUMINOSO ALL’ESAME VISIVO. ALL’OLFATTO, FRUTTATO DI FRUTTI A POLPA GIALLA, NASO DIVERSO, PROBABILMENTE ANCHE PER I LIEVITI UTILIZZATI. IL PRODUTTORE HA SPIEGATO CHE ADOPERA LIEVITI SELEZIONATI A LAPIO DAL PROF. MOSCHETTI .PERSONALMENTE HO RISCONTRATO DELLE SIMILITIDINI RICONDUCIBILI AI VINI NATURALI. SORSO MODERATO, PIACEVOLE E BEN EQUILIBRATO TRA IL FRESCO E IL SAPIDO.



Lucia Cioffi Enoteca Lucia in San Martino Valle Caudina (il Salotto Sensoriale)

venerdì 22 marzo 2013

VERTICALE ETICHETTA BRONZO

ETICHETTA BRONZO, IL FALERNO ..... IN VERTICALE

Nel rituale incontro degustativo del Circolo della Degustazione,tenutosi lo scorso 28 novembre 2012, abbiamo effettuato una verticale di "Etichetta Bronzo" dell'Azienda Masseria Felicia. Questo vino Falerno del Massico rosso DOC, ottenuto con un blend di uve Aglianico e Piedirosso, è stato degustato stappando le annate 2001-2002-2003-2004-2005.



Diciamo in partenza che l'Azienda Masseria Felicia con la sua filisofia enologica data dall'amore per la vigna e per la terra che l'accoglie, per le sue tecniche di vinificazione rispettose del prodotto di origine, ha ben presto ottenuto vini che le hanno permesso di insidiare il monopolio, per quanto riguarda i vini Falerno, delle Aziende Moio e Villa Matilde.
Questo improvviso ma meritato successo non ha influito sul lavoro della famiglia Brini che ha saputo mantenere modestia e perseveranza, virtù che caratterizzano molte aziende di successo, che nonostante i riconoscimenti, mantengono serietà e metodo di lavorazione e che nel frattempo si impegnano a migliorare seguendo la strada della conoscenza e dell'approfondimento al fine di fornire il miglior prodotto possibile nel rispetto del naturale frutto d'origine.



Tutte le annate dell' "Etichetta bronzo" sono degne di essere considerate un Falerno autentico, contadino, nella migliore eccezione del termine, che nasce da un'ottima materia prima curata in vigna grappolo per grappolo. In breve è un vino che da il meglio di sè nel tempo.

Annata 2001 (acquistata nel 2008 presso l'Azienda).
Questo Falerno si caratterizzaa per l'inconsueta ma sostenuta freschezza che accompagna l'esuberanza del frutto. E' un vino non facile: robusto, ruvido, caldo, avvolgente che richiede piatti di altrettanta struttura. Di colore granato, consistente e limpido. Nitidi e puliti i profumi con inizio floreale poi fruttato infine speziato. Si avvertono ciliegia, frutti di bosco, robusta speziatura, note balsamiche abbastanza marcate. E' abbastanza fresco, giustamente tannico, buona persistenza. E' un rosso importante adatto ad un lungo invecchiamento. Inaspettato uno stato di salute del vino a livelli eccezionali, ci ha sorpreso!



Annata 2002 (acquistato qualche anno fà in enoteca).
Di colore rubino scuro, limpido e molto consistente. Al naso rivela la sua grande generosità. Molto intenso, particolarmente complesso, offre note prevalenti di frutta rossa matura, di ciliegia, frutti di bosco, spezie dolci. Grazie alla rinfrescante acidità e alla vivacità dei tannini, ottimamente estratti, supera di slancio il rischio di risultare stucchevole. Un ottimo compagno per carni succose e sapide, per formaggi nobili e stagionati. Nonostante le risapute pecche dei vini rossi strutturati figli di quest'annata questo vino al momento non sembra soffrirne.



Annata 2003(ricevuto in regalo qualche anno fà).
Questo vino è il risultato di una annata calda, siccitosa e stressante per la vigna, vino già in fase discendente. Colore stanco. Profumo balsamico e di frutta surmatura. Alcool predominante. Gusto leggermente amaro forse dato dal castagno della botte. Anche se i tannini risultano smussati non vi è persistenza gustativa, per cui non riesce ad entusiasmare. Il problema è che nonostante la valida opera dell'enologo non si raggiungono risultati di eccellenza. Comunque qualche partecipante all serata lo ricorda in passato come un vino diverso e con molto più nerbo.



Annata 2004 (la bottiglia ci è stata omaggiata dalla stessa produttrice che ha preso parte alla serata insieme al marito), per questo motivo, forse, e risultato il campione della serata.
Anche questo vino, come il 2001, ha il suo valore aggiunto: la perfetta maturazione dei grappoli curati amorevolmente e scientificamente, tutti provenienti dai vigneti di proprietà. Profumi intensi ed abbastanza variegati di ciliegia, amarena, di frutti di bosco e con spiccati sentori balsamici. Al gusto è caldo, secco non troppo morbido alquanto sbilanciato sull'asse acido-tannico, caratteristiche dell'Aglianico. Persistenza gustativa discreta ma vibrante. Diciamo un vino piacevole, versatile, elegante, completo e facile da abbinare nonstante sia più giovane degli altri Falerno esaminati.



Annata 2005 (acquistata in enoteca).
Vino che si caratterizza per l'immediata, fruttata piacevolezza e l'esuberante giovinezza. Colore rubino carico con striature violacee, molto luminoso e consistente. All'olfatto si presenta con un fruttato molto ampio:dalla frutta rossa matura (ciliegia-melograno) a note di cacao con sottofondo balsamico. Dalla trama alquanto fitta è un vino abbastanza equilibrato anche se qualche astringenza ci conferma che è giovane ma che promette bene per gli anni a venire. Abbinamento con carni rosse, sanguigne e sapide, e formaggi stagionati del nostro territorio: caciocavalli maturi e pecorini di annata.



(Redatto da MdV)

giovedì 14 marzo 2013

IL CIRCOLO DELLA DEGUSTAZIONE

COS'E' IL CIRCOLO DELLA DEGUSTAZIONE

Il Circolo della Degustazione nasce verso la fine del 2007, idealmente, grazie ai primi incontri degustativi tra vari amici dagli interessi comuni per l'EnoGastronomia e il buon vivere. Nell' ideale dei partecipanti ai primi incontri, vi era l'intenzione di dar vita ad un aggregazione di persone che si muovesse alimentata dalla sola passione. Tale intenzione quindi per restare lontani dai meri scopi associazionistici e commerciali. Col passare degli anni le presenze umane sono state molteplici affinatesi poi con il passar del tempo. Si era partiti in una decina tutti Sommelier appartenenti all'AIS, si è poi arrivati a coinvolgere componenti di diverse Associazioni come la FISAR l'ONAV e SLOWWINE per quanto riguarda il vino, SlowFood per quanto riguarda il cibo, l'ONAF Assagiatori di formaggi, l'ANAG Assaggiatori di distillati e finanche gli Amici della Dolce Vita cultori del fumo lento. Quindi un degustare senza limiti e soprattutto senza bandiere. A tutti gli incontri che si sono succeduti abbiamo avuto come ospiti, oltre che vari componenti delle Associazioni menzionate, in primis consumatori eppoi produttori, tecnici, docenti, venditori e varie altre figure legate al mondo dell'enogastronomia. Per tutto ció che si è fatto negli anni passati non si era mai realizzato un qualche cosa che raccogliesse tutte le singolari esperienze di ognuno dei componenti o degli ospiti ma nel primo incontro di quest'anno si è pensato, da parte di tutti i componenti attuali, di creare e gestire questo blog. Quindi per aprire le nostre porte a chi vorrà seguirci nelle nostre scorribande degustative e sensazionali abbiamo voluto descrivervi come è nata l'idea. Il Circolo della Degustazione